E’ vero che in inverno si fa più fatica a correre?
In inverno faccio più fatica a correre.
Non so se capita anche a voi, ma col freddo le mie sensazioni sono completamente differenti. Quando fa freddo, infatti, molti runners, lamentano una difficoltà oggettiva a correre e rispettare i tempi prefissati nelle varie sedute di allenamento. Nonostante ci si impegni come nelle altre stagioni, l’inverno e soprattutto le basse temperature, vanno ad impattare considerevolmente la prestazione. Anche se la tecnologia ha migliorato tantissimo l’abbigliamento sportivo creando tessuti che proteggono dal freddo, mantenendo il corpo asciutto ed a temperatura costante, questo non è sufficiente.
Quando ci troviamo ad allenarci a temperature che superano di poco lo zero, il corpo deve necessariamente portare a temperatura, ricordiamoci che il nostro corpo lavora a 36° C, l’aria introdotta. Questo processo parte dal naso, dove abbiamo un primo riscaldamento per poi proseguire nella trachea dove viene portata a 35°C. Questo “cammino” porta ad un consumo di energie e un afflusso di sangue nelle aree preposte a questo riscaldamento, di conseguenza non sarà a disposizione dell’apparato muscolare avendo così una maggiore sensazione di fatica ed impegno per cercare di mantenere il ritmo desiderato.
C’è da considerare anche che in inverno c’è una scarsa irradiazione solare.
Le giornate sono più corte e spesso siamo costretti a correre al buio. Considerando che l’irradiazione solare permette al nostro corpo di produrre vitamina D potete comprendere che questo periodo dell’anno non è certamente favorevole. La vitamina D è estremamente importante per il nostro corpo, perché oltre a fissare il calcio nelle ossa, è importante nella fase del recupero fisico, in quanto agisce a livello muscolare, dei polmoni, e sulla proliferazione cellulare.
In presenza di freddo, inoltre, c’è una minore elasticità muscolare. La prima reazione di un runner è piegarsi su se stesso. Questo per cercare quasi di trattenere il più possibile il calore corporeo. La stessa cosa avviene a livello muscolare, c’è una minore elasticità delle fibre che faticano maggiormente a contrarsi e distendersi. Quindi la sensazione è di una corsa maggiormente contratta e poco fluida. Questo atteggiamento si riflette sulla postura, sugli appoggi del piede, sul controllo del passo ed il tutto messo insieme rende maggiormente difficile gestire i ritmi di corsa.
Cosa vuol dire questo?
Al freddo, se vado piano, consumo meno grassi che in condizione di temperature più miti. E’ stato provato che un esercizio al freddo a bassa intensità incide maggiormente sull’uso del glicogeno, quindi dei carboidrati, anziché dei grassi. Mentre a intensità più elevate, l’utilizzazione del glicogeno muscolare è la stessa in condizioni fredde e temperate. Quindi anche l’allenamento ne deve per forza tenere conto.
È ovvio che è molto difficile sapere esattamente quanto ognuno di noi consuma in più al freddo, è molto soggettivo, tuttavia una cosa la sappiamo: l’incremento del fabbisogno energetico nutrizionale è proporzionale alla durata e alla gravità dell’esposizione al freddo.
Quindi in attesa della primavera, continuiamo ad allenarci!