Augusta: incontri che cancellano la fatica

Lunedì di Pasquetta. Sono le 7,30 quando arriviamo al Centro di Accoglienza di Priolo.

Un operatore del centro, insieme al direttore dr. Daniele Carrozza  ci accolgono con grande disponibilità. Faccio la conoscenza di alcuni fra il centinaio di ragazzi minorenni non accompganati (senza genitori), che stanno giocando in ciabatte a pallone nel cortile del centro. Due parole mischiando inglese e francese e poi troviamo subito l’esperanto per eccellenza, che annulla ogni distanza: quattro calci insieme ad un pallone! Che schiappa che sono, ridiamo dei miei tiri sbilenchi!

calcio

Molti di loro arrivano dalla Libia, da dove sperano di imbarcarsi, trovando però condizioni di vita da schiavi, torture, botte ed ogni genere di sopruso. Mi raccontano, anche tramite Lilian Pizzi, psicologa di Terre Des Hommes che lavora insieme a loro nel centro, che la loro vita perde ogni valore, sono considerati meno di merce dai mercanti di essere umani. Vedo con i miei occhi i segni delle ferite, delle bruciature, che portano come ricordo della “prigionia” sulle coste libiche. Mi commuove e mi fa tanta rabbia la storia di un bambino di circa 10 anni (l’età di mio figlio Filippo!), torturato con diverse scariche elettriche ed ora ricoverato in ospedale in Italia, in gravi condizioni.

Per chi è più fortunato il viaggio termina quì, nel Centro di Priolo, dove i ragazzi dovrebbero restare 48 ore, per poi essere trasferiti in comunità. Purtroppo però i posti non sono mai abbastanza e quindi rimangono ospiti del Centro diversi mesi.

Con il cuore gonfio di emozioni parto alle 8 per i 40 km della tappa odierna. Il percorso è brutto, un continuo sali/scendi, seguendo la Provinciale 114 e costeggiando quasi esclusivamente grandi raffinerie. Non proprio il massimo per correre! Per fortuna oggi con me c’è Vinicio e la sua bicicletta.

Ehi amici runners ma dove siete?! E’ proprio nelle prime tappe che ho bisogno di voi! Vi aspetto a partire da domani, anche solo per pochi km. Non avete idea di come sia importante per distrarmi e alleviare la fatica.

Stringo i denti, scopro strada facendo le sensazioni di correre praticamente due maratone consecutive. Per fortuna negli ultimi 5 km mi affianca Max, un ragazzo maggiorenne ex ospite del Centro, che corre con me fino alla fine. Cerco di comunicare, ma faccio fatica a formulare frasi di senso compiuto in italiano, figuratevi in anglo/francese!!!

Finalmente ecomi all’arrivo, sono davvero affaticata. Solito rituale di “prima assistenza” da parte del mio team e poi un’ulteriore sorpresa finale. Scopro che molte famiglie locali, con propri figli, vengono durante i giorni festivi al Centro, per prendere un paio di ragazzi a testa e portarli insieme a loro fuori a pranzo, passando una giornata spensierata tutti insieme. Che belle persone esistono!

iaia

Ora mi riposo e spero davvero di recuperare per domani mattina.

Un grande abbraccio a tutti.

Ciao                                                                                                                                                                         Ivi

 

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