La mia mezza insieme a Michela!
Ciao a tutti,
domenica ho corso la Stramilano. Ogni anno cerco di partecipare, mi piace, è organizzata bene, è nella città dove abito e mi piace passare da quelle vie che normalmente percorro in macchina, nel traffico più assoluto, correndo e regalando anche qualche ironico sorriso, agli automobilisti nevrotici che si attaccano rabbiosi ai loro clacson. Domenica però avevo una ragione fortissima per partecipare a questa gara: indossavo il numero 1606, il pettorale di Michela Rossi.
Al mattino non so come vestirmi, le previsioni sono pessime: pioggia, vento e freddino. Decido infine di mettermi la maglia della Stramilano. Bella la scelta del blu, è il mio colore preferito.
Mi sento bene, anche se mi perseguita il sogno fatto nella notte: sono a casa di amici con Filippo, mio figlio, e all’ultimo istante mi ricordo della gara. In fretta mi precipito alla partenza, ma trovo solo un giudice che mi dice che ormai la gara è partita. Che disperazione!
In macchina non mi fanno passare perché c’è anche la Milano-Sanremo. Non ci posso credere! M’incammino con la sacca del ricambio e dopo quasi tre chilometri arrivo al ritrovo con i miei amici della Canottieri Milano. L’atmosfera precedente alla gara è sempre fantastica, c’è quel misto di tensione, gioia, paura e competizione che la rende unica. Siamo in tantissimi, ci baciamo, ci abbracciamo, ci incitiamo. Finalmente arriva anche Elena, un grande tesoro, quest’anno non può correre, ha un cucciolo/a nella pancia, io spero tanto che sia una bimba, sono sicura che mi porteranno bene.
Per fortuna Francesca, un’amica favolosa, mi presta una maglia tecnica a maniche corte. Ci vestiamo a strati, con maglia da buttare, calze di lana sulle mani e sacchetto rosa della spazzatura. Siamo inguardabili!
Insieme alla Franci corriamo verso la partenza. L’emozione comincia a farsi sentire, non vedo l’ora di partire. Nella griglia incontriamo nuovamente i nostri compagni di squadra.
3, 2, 1… si parte! Per la prima volta in vita mia decido di correre a sensazione, non voglio dare troppo peso al tempo, voglio sentire le gambe come vanno. I primi km passano veloci. Al quinto guardo l’orologio, il ritmo è un pò veloce, spero di non pagarla alla fine. Parlo a Michela, le dico, nella mia testa, di starmi vicino, di sostenermi. Mi affianco a Paolo, amico della Canottieri, ci guardiamo e senza parlare decidiamo di proseguire insieme. Siamo regolarissimi, le sensazioni sono positive, non sono stanca, credo di avere un buon margine di tenuta. Sento la presenza di Michela, ogni tanto le dico qualcosa. Mi piace, mi tranquillizza.
Il tempo ci ha graziato, non piove ma il vento è fastidioso, mai a favore, sempre contrario! In Papiniano c’è Paola, un’altra cara amica che mi fa un tifo da stadio. Grazie ci vuole proprio! Al 15° km mi affiancano tre ragazzi con il palloncino dell’ora e trenta. Penso: “Wow, sarebbe bello riuscire a realizzare il mio personale!”. In via Washington c’è anche Marino che mi applaude e mi incita. Comincio ad accusare la fatica, il 17° km è duro, il vento è forte, il palloncino si allontana di qualche metro. Continuo a ripetermi di non mollare, forza mancano solo quattro Km. Mi riprendo raggiungo i ragazzi del palloncino. Chiedo a Michela un ultimo sforzo, le gambe rispondono, la stanchezza non c’è più. Entriamo nel parco, ecco l’ ultimo km. Allungo, vedo l’entrata dell’Arena, alzo gli occhi sul traguardo e leggo 1,29,.., non ci posso credere! Personale fatto! Grazie Michela!
Un abbraccio
Ivi