Quanto la mente influisce sulla percezione della fatica
Sono stanca!
Inutile negarlo. Questo continuo tira e molla tra quello che è permesso e cosa no, tra certezze così traballanti, mi sta mettendo a dura prova. Il corpo segue ciò che la mente gli suggerisce. Me ne sono accorta la scorsa settimana, quando non riuscivo neppure ad avvicinarmi ai passi corsi qualche giorno prima.
Ci ho pensato e mi sono accorta che se la testa si spegne, il motore non gira più. La fatica mentale compromette le performance di endurance attraverso un aumento dello sforzo percepito. E quando questo succede, accadono due cose:
- a parità di intensità lavoro, aumenta la percezione dello sforzo;
- viene compromessa la motivazione di fare fatica e di completare lo sforzo necessario per portare a termine il compito/gara/allenamento.
L’annebbiamento mentale che subisco è simile a quello che ho provato a causa degli effetti della privazione del sonno durante le mie imprese non-stop.
Io credo che di fondo ci sia un problema legato alla motivazione.
Questa infatti interviene nel raggiungimento del massimo sforzo che una persona è disposta a esercitare per riuscire in un compito. Quando lo sforzo richiesto è percepito superiore o addirittura impossibile da raggiungere, la motivazione cala e di conseguenza si decide consapevolmente diminuire il livello di sforzo.
Come hanno dimostrato diverse ricerche quindi, qualsiasi fattore che influenza lo sforzo percepito e/o la motivazione, influenza le performance di resistenza, anche quando la capacità fisiologica di svolgere il compito rimane invariata.
La conclusione?
È la “testa” che può fare la differenza quando si tratta di raggiungere i propri limiti fisici. Diventa fondamentale stimolare il self-talk, oppure adottare tecniche di respirazione consapevole che possono aiutare nella gestire della fatica, fisica e mentale, poiché la buona gestione dell’ossigeno favorisce il benessere dei muscoli e di conseguenza, migliora la performance.
E tu, adotti altre strategie per rimanere motivato?